La gravidanza e il parto sono due condizioni femminili che trovano nella saggezza popolare molte risposte, spesso sbagliate, ai problemi che naturalmente le accompagnano.
Ce ne sono per tutte e i rimedi naturali e tradizionali si sprecano: c’è chi usa il rimedio della nonna per superare le crisi di nausea, chi per liberarsi del bruciore di stomaco, chi per migliorare la circolazione degli arti e chi, in modo in realtà ben più pericoloso, per stimolare il travaglio.
Oggi parliamo dell’olio di ricino in gravidanza, che viene tradizionalmente consigliato per stimolare un utero pigro e che non vuole proprio saperne di contrarsi per il parto, un metodo molto antico (e molto sbagliato, come vedremo più avanti) per indurre il parto.
Si può usare l’olio di ricino senza alcun tipo di preoccupazione durante la gravidanza? Oppure ci sono delle controindicazioni importanti? Vediamolo insieme.
Per cosa viene consigliato l’olio di ricino in gravidanza?
In molte avranno ricevuto dalle mamme o dalle nonne, e talvolta anche dalle ostetriche, il consiglio di assumere, in dosaggio crescente, l’olio di ricino all’avvicinarsi della data del parto.
L’olio di ricino, lo sanno bene di nuovo le nostre nonne, è infatti particolarmente indicato per stimolare il movimento delle viscere, intestino e utero compresi e può, per questo motivo (secondo la saggezza popolare) coadiuvare la comparsa delle prime contrazioni e dunque del travaglio.
Sembrerebbe un rimedio innocuo, che le nostre nonne avranno applicato anche con profitto, vero?
Le cose però potrebbero non stare così e per questo motivo vi invitiamo a continuare a leggere per avere maggiori informazioni.
L’olio di ricino: un potente lassativo
L’olio di ricino in realtà non ha alcun tipo di interazione diretta con l’utero e più in generale con il nostro apparato riproduttivo e genitale. L’interazione tipica dell’olio di ricino (e per lo stesso motivo fu utilizzato con i dissidenti durante il ventennio fascista) è con il nostro intestino.
È in grado di stimolarne la motilità, combattendo i casi di stipsi e, a certe dosi, è anche in grado di causare diarrea ed evacuazioni particolarmente liquide.
L’olio di ricino è una delle purghe più tipiche e più tradizionali, che oggigiorno però sono state sostituite quasi completamente da medicinali di moderna generazione.
Non si capisce dunque quale debba essere il vantaggio offerto dall’olio di ricino durante la gravidanza, almeno nel senso di stimolare le contrazioni. L’unico effetto positivo che questo prodotto può avere con la gestazione è quello di combattere i tipici problemi di stipsi e costipazione che colpiscono, a partire dal terzo mese in poi, praticamente tutte le gestanti.
Non è una sostanza innocua
Sebbene si tratti di un olio naturale e che in genere viene commercializzato senza aggiunte di tipo chimico-sintetico, l’olio di ricino può avere delle importanti controindicazioni:
- stimola l’intestino e questo, a seconda dell’intensità della stimolazione, può essere positivo o negativo. In alcuni casi dosi troppo elevate di olio di ricino possono causare diarree persistenti, che durante la gestazione sono ancora più fastidiose;
- le diarree causate dall’assunzione dell’olio in questione possono causare disidratazione;
- al tempo stesso possono presentarsi importanti dolori addominali, che tendono a persistere anche successivamente all’assunzione dell’olio di ricino.
Si tratta di problemi che devono essere tenuti in debita considerazione prima di poter pensare di andare ad assumere l’olio di ricino come stimolante del travaglio.
Ma l’olio di ricino funziona davvero per stimolare il travaglio?
Quello dell’utilità dell’olio di ricino per stimolare il travaglio è un tema che è stato ampiamente dibattuto nella ricerca scientifica, senza che però si potesse giungere ad un risultato univoco.
Le due ricerche più recenti hanno dato risultati opposti:
- secondo la prima, condotta su un campione di 100 donne, forti dosi di olio aumenterebbero la probabilità di entrare in travaglio nelle successive 24 ore;
- secondo la seconda invece, condotta su 600 gestanti, non ci sarebbero effetti misurabili nel senso della stimolazione del travaglio.
Anche le precedenti ricerche, condotte però sempre su un campione di gestanti troppo misero per avere alcun tipo di validità scientifica generale, hanno spesso dato risultati contrastanti.
Per questo motivo è estremamente difficile che un ginecologo consigli il ricorso all’olio di ricino come stimolante per l’utero, preferendo, anche nel caso in cui ci fosse la necessità di indurre il travaglio, altre sostanze, come ad esempio l’ossitocina.
Che cos’è l’olio di ricino?
Quando parliamo di olio di ricino ci riferiamo all’olio che viene prodotto dalla spremitura, rigorosamente a freddo, del seme di ricino. Si tratta di una pianta altamente tossica (a causa della presenza, appunto, della vicina), che però produce un olio che, sebbene non alimentare, è usato praticamente da sempre per i suoi effetti fortemente lassativi.
Da qui è davvero facile comprendere come il passaggio, o forse il salto logico, abbia portato all’impiego di questo olio come induttore del travaglio, non essendo la medicina tradizionale e popolare in grado di distinguere utero e intestino, includendoli entrambi nel grande calderone delle viscere.
Nonostante siano però disponibili altri presidi, sicuramente più efficaci del suddetto olio al fine di indurre il travaglio, l’olio di ricino continua a rimanere parte integrante delle tradizioni e dei “rimedi naturali” che riguardano la gestazione.
Questa saggezza popolare, nonostante il parere generalmente contrario dei ginecologi e dei medici, riesce ancora a guadagnare il suo ingresso nei reparti di ostetricia, spesso tramite la figura delle ostetriche, che fissano saldamente le proprie origini nella levatrice, la donna che un tempo era deputata al parto e che avrebbe fatto ricorso ad ogni tipo di espediente, scientifico o meno, affinché il parto fosse stato rapido, indolore e privo di pericoli.
Si può usare o no l’olio di ricino durante la gravidanza?
Qualunque sia l’effetto che volete trarre dall’assunzione dell’olio di ricino, ci sono sicuramente presidi medici più sicuri, più indicati e con meno controindicazioni:
- nel caso in cui si volesse utilizzare l’olio di ricino per i suoi effetti lassativi, bisogna tenere in debita considerazione la possibilità di ricorrere ad una dieta più ricca di fibre alimentari, che non causano i tipici dolori addominali di quest’olio;
- nel caso in cui si volesse indurre il travaglio, ci sarà da concordare la procedura con il proprio ginecologo, che probabilmente opterà per sostanze più adatte, come nel caso dell’ossitocina. Non si tratta comunque di decisioni che spettano a noi, soprattutto nel caso in cui non fossimo degli specialisti.
Anche per indurre il parto, è necessario affidarsi a personale medico specializzato, in grado di stabilire se sia il caso o meno di indurre il parto e se sia, cosa più importante in relazione all’articolo di oggi, il caso o meno di ricorrere all’olio di ricino per gli effetti lassativi.