Placenta anteriore e posteriore: cosa cambia?

La placenta (che può essere anteriore o posteriore) è l’organo temporaneo che si forma durante la gravidanza, a partire dalla quarta settimana, ed è molto importante, perché si tratta del principale legame fisico tra la madre e il bambino e ha il compito di proteggere il feto e fornirgli tutto il necessario per la crescita. È un organo in comune tra mamma e feto, ha la forma di un disco e aderisce alla parete dell’utero. Al suo interno entrano sia i vasi materni che quelli vasi fetali, ma il passaggio delle sostanze nutritive avviene tramite la “barriera placentare”, una sottile membrana che evita il contatto diretto tra il sangue materno e quello fetale. Ma la placenta fa anche altro: dà ossigeno al feto e vi allontana l’anidride carbonica, depura i liquidi corporei del feto e consente il passaggio degli anticorpi impedendo quello di numerosi patogeni. La placenta, dunque, può essere posteriore, anteriore, laterale o fundica a seconda del punto in cui avviene l’impianto dell’embrione, senza che la posizione implichi problemi di salute o di parto.

Posizione della placenta e amniocentesi

È importante conoscere la posizione della placenta per effettuare l’amniocentesi, un esame non obbligatorio a cui la futura mamma si sottopone (tra la quindicesima e la diciottesima settimana di gravidanza) per diagnosticare eventuali anomalie cromosomiche, infezioni fetali e patologie geniche del feto, grazie al prelievo di circa 15 ml di liquido. Se la placenta è anteriore, l’esame è più rischioso perché potrebbero entrare globuli rossi fetali nella circolazione sanguigna materna.

Cosa sono la placenta anteriore e posteriore

Dato che le donne dal fattore Rh negativo che hanno concepito con un partner Rh positivo devono evitare lo scambio di sangue tra loro e il feto per non mettere a rischio la gravidanza (con l’insorgenza, ad esempio, dell’eritroblastosi fetale), in questo caso, subito dopo l’esame è necessario fare una puntura di immunoglobuline anti-D (massimo entro due ore), per scongiurare il trasferimento degli anticorpi della mamma al feto.

Placenta previa: cos’è e quali sono i rischi

In condizioni normali, che sia anteriore o posteriore, la placenta si impianta nella parte superiore della cavità uterina. In un caso su 200, però, non va proprio così: la placenta previa si impianta nella parte posteriore dell’utero andando a coprire parzialmente o interamente l’orifizio uterino. In genere, con l’aumentare delle dimensioni dell’utero, la placenta sale da sola eliminando ogni rischio. Quando invece rimane bassa, rende difficile il passaggio del feto per parto vaginale, col rischio di pericolosi distacchi improvvisi della placenta e conseguenti emorragia e sofferenza fetale. In questo caso (specie se la placenta previa è centrale e quindi blocca interamente il collo dell’utero) si deve optare per il parto cesareo per evitare rischi. In caso di placenta previa centrale, inoltre, è consigliato stare a riposo e evitare il più possibile sforzi e rapporti sessuali. Se si hanno perdite di sangue, è bene rivolgersi subito ad uno specialista: la placenta potrebbe aver iniziato a staccarsi, richiedendo un cesareo d’urgenza. Quando invece la placenta previa è marginale, cioè non copre completamente l’orifizio uterino interno, il parto vaginale non è necessariamente da escludere. È bene, per tutti questi motivi, controllare con un’ecografia la posizione della placenta intorno alla 35 esima settimana.

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