Il mal di pancia in gravidanza è molto comune perché determinato dalla pressione del feto sugli organi della digestione. Nel caso in cui il dolore che avvertite è sopportabile e va via da solo, non c’è motivo di preoccuparsi. Quando invece il dolore si fa acuto e non accenna a svanire, potrebbe essere la spia di qualcosa di grave e bisogna immediatamente rivolgersi al medico.
Casi in cui il mal di pancia in gravidanza non è pericoloso
Allarmarsi, se il dolore non è esagerato, è inutile: ci sono casi in cui il mal di pancia in gravidanza non è pericoloso. Nei momenti intimi con il partner, che in gravidanza non sono vietati (tranquilla: un tappo mucoso al collo dell’utero separa il feto dalla cavità vaginale!) anzi sono spesso molto appaganti, e potreste avvertire dei crampi durante o appena dopo l’orgasmo. A meno che non siano acuti e persistenti, non dovete preoccuparvi, sono perfettamente normali. Altre cause di dolori addominali innocenti possono essere gas, gonfiore e stitichezza, dovuti agli ormoni che rallentano la digestione.
Nel secondo trimestre (dalla 14esima settimana alla 27esima), nel cambiare posizione di scatto, nell’alzarsi dalla sedia o dal letto, nel tossire, oppure dopo aver camminato tanto, è normale accusare un dolore prolungato e lieve al legamento rotondo (basso ventre). È dovuto al fatto che i legamenti che sostengono l’utero nel bacino cambiano conformazione, allungandosi e ingrandendosi, per adattarsi meglio a sorreggerlo mentre cresce. Se, però, il dolore dovesse persistere a lungo anche dopo essersi riposate, è bene chiamare il medico. L’ultimo caso in cui è normale sentire un po’ di dolore sono le contrazioni Braxton-Hicks che sopraggiungono ogni tanto e per poco tempo prima della 37 esima settimana. Se però si presentano ad intervalli regolari (più di quattro contrazioni all’ora) e tvi provocano dolori alla pare bassa schiena, è necessario consultare il ginecologo.
Quando preoccuparsi per il mal di pancia in gravidanza?
Bisogna invece preoccuparsi per il mal di pancia in gravidanza quando è persistente e fortissimo. In questo caso rimedi fai da te non servono a nulla, specie se notiamo perdite di sangue. Non si tratta di semplici “perdite da impianto” generate dallo stanziamento dell’ovulo fecondato nell’utero. A provocare i dolori addominali e le perdite potrebbero essere un travaglio prematuro, una gravidanza ectopica, un aborto spontaneo, il distacco improvviso della placenta, pre-eclampsia o un’infezione del tratto urinario.
Se avvertite delle contrazioni continue molto prima della trentasettesima settimana di gravidanza, accompagnate da perdite vaginali di sangue, crampi, aumento della pressione pelvica e forti dolori alla schiena, è probabile che si tratti di un travaglio prematuro. In questo caso, il medico dev’essere immediatamente avvisato.
Potreste invece avere una gravidanza extrauterina (o ectopica) se avvertite dolori addominali, pelvici o alla schiena che peggiorano con l’attività fisica e accusi perdite vaginali rosse o marroni (che siano abbondanti o scarse, continue o intermittenti). Quando un uovo fertilizzato si impianta fuori dall’utero la gravidanza è a rischio e, se non trattata, può essere letale. Nel caso in cui si l’uovo si rompa – ve ne accorgete se sanguinate molto o siete sotto shock – bisogna chiamare immediatamente un’ambulanza.
I primi sintomi di un aborto spontaneo sono perdite di sangue nelle prime 20 settimane di gravidanza. Quindi si manifesta il dolore, che può essere breve o persistente, lieve o acuto, a livello pelvico o della bassa schiena. Chiamare il medico per farvi visitare è la migliore cosa da fare.
Sanguinamenti improvvisi ed evidenti potrebbero far pensare al distacco della placentadall’utero, parziale o totale, prima della nascita del bambino. Oltre a questo sintomo, potreste avvertire dolori all’utero o alla schiena, contrazioni frequenti oppure la sensazione di una contrazione che non passa; in contemporanea potreste notare una minore attività del bambino. Dovete immediatamente recarvi in ospedale, dove molto probabilmente vi sottoporranno a un parto cesareo, prima che il bambino, per l’interruzione del passaggio di ossigeno, possa morire.
Se, dopo la 20 esima settimana, avvertite forti dolori nella parte alta dell’addome e alla testa, disturbi visivi (vista sfuocata o a puntini), nausea o vomito potreste soffrire di pre-eclampsia(o gestosi), che provoca anche un anomalo innalzamento della pressione e delle proteine nell’urina. Se non si interviene immediatamente, può portare a complicanze fetali (basso peso alla nascita, parto prematuro e morte del feto) o alla morte della madre.
I dolori addominali, infine, possono essere causati da un’infezione del tratto urinario che, se non curata, può portare anche ad un travaglio prematuro. Questo avviene se l’infezione dalla vescica si estende ai reni: ce ne si può accorgere se si ha la febbre alta, dolore alla parte bassa della schiena o ai fianchi, nausea, vomito e pus o sangue nelle urine.